Tè e Buddismo zen
Il Buddismo Zen è una forma di Buddismo nata originariamente in Cina e poi importata in Giappone, esattamente come il tè. È una disciplina che enfatizza l’importanza della meditazione e dell’illuminazione diretta senza affidarsi troppo alla teoria o alle pratiche rituali. La sua influenza si estende oltre la sfera religiosa, abbracciando anche la filosofia e l’arte giapponese, tra cui la calligrafia, la pittura e la cerimonia del tè.
I principi del Buddismo Zen
Il Buddismo Zen è basato su una serie di principi fondamentali che guidano la pratica e la filosofia di questa tradizione. L’enfasi sulla consapevolezza, la centralità dell’illuminazione e la ricerca della verità interiore sono i cardini del Buddismo Zen. Alcuni elementi salienti sono:
Meditazione: è la pratica centrale del Buddismo Zen, chiamata Zazen. Essa comprende il sedersi in silenzio in una posizione specifica (generalmente nella posizione del loto) e concentrarsi sulla respirazione e sulla consapevolezza del momento presente. Il principio fondamentale della meditazione Zazen è la semplice osservazione senza attaccamento ai pensieri o alle emozioni.
Istinto diretto: il Buddismo Zen si concentra sul risveglio immediato all’esperienza della realtà senza la necessità di passare attraverso concetti intellettuali o teorie. Questo è spesso trasmesso dal maestro Zen attraverso gesti, affermazioni o incontri diretti, noti come “dokusan”.
Non-Dualità: gli Zenisti insegnano che c’è una non-dualità tra il sé e il mondo esterno. Questo significa che non esiste una separazione netta tra il “tu” e il “tuo ambiente”. Questa comprensione porta a una maggiore sensibilità e compassione per tutte le forme di vita.
Non-Sé: il Buddismo Zen sostiene che il concetto del “sé” o dell’Ego è una costruzione mentale e che la vera natura della realtà è senza un sé fisso e separato. Questa realizzazione porta alla liberazione dalla sofferenza.
Koan: si tratta di enigmi o affermazioni paradossali che vengono utilizzati come oggetti di meditazione per spingere lo studente oltre la logica razionale e verso una comprensione intuitiva. Un esempio è il famoso koan “Qual è il suono di una mano sola che applaude?”.
Semplicità e Spontaneità: significa vivere nel momento presente e agire senza un’eccessiva pianificazione o attaccamento ai risultati.
Estetica Wabi-Sabi: il Buddismo Zen è influenzato dalla filosofia estetica giapponese del wabi-sabi, che abbraccia la bellezza della semplicità, dell’imperfezione e dell’effimero.
Compassione e Gentilezza: anche se il Buddismo Zen si basa sulla meditazione individuale ed enfatizza l’illuminazione personale, esso promuove anche la non violenza, la compassione e la gentilezza verso gli altri esseri senzienti.
Sesshin: sono ritiri di meditazione intensiva, che durano diversi giorni o settimane, durante i quali gli studenti possono immergersi profondamente nella pratica della Zazen.
La cerimonia del tè
La cerimonia del tè giapponese, conosciuta come “chanoyu” o “sadō” (茶道) in giapponese, è una pratica tradizionale e altamente ritualizzata e centrata sulla preparazione e il consumo del tè verde matcha. Questa cerimonia ha radici profonde nella cultura giapponese ed è molto più di una semplice preparazione del tè; è una forma d’arte e una disciplina spirituale che riflette i principi del Buddismo Zen e del wabi-sabi. All’inizio era usata come una forma di meditazione Zen, quando i monaci buddisti portarono il tè dalla Cina in Giappone nel IX secolo. La cerimonia del tè è intrisa di una profonda attenzione al momento presente, gli ospiti e il conduttore della cerimonia si impegnano nella preparazione e nella degustazione del tè con piena consapevolezza, concentrandosi sui gesti e sulle azioni del momento. La cerimonia del tè riflette anche i principi estetici della bellezza nella semplicità, nell’imperfezione e nell’effimero, perciò spesso la cerimonia coinvolge oggetti d’arte come le ciotole da tè e i vasi per i fiori, che sono scelti per la loro bellezza naturale e per la loro imperfezione. Gli ospiti partecipano alla cerimonia in uno spirito di uguaglianza, indipendentemente dal loro status sociale, perché la cerimonia del tè enfatizza la non-dualità, eliminando le barriere tra il sé e gli altri. La cerimonia del tè, infatti, è una forma di condivisione e di ospitalità dove il conduttore della cerimonia e gli ospiti dimostrano gentilezza e compassione l’uno verso l’altro attraverso l’atto di condividere il tè. Ecco alcuni aspetti chiave della cerimonia del tè giapponese:
Preparazione: la cerimonia del tè richiede una preparazione meticolosa. Questo include la pulizia e la disposizione degli utensili, delle ciotole e delle altre attrezzature utilizzate. Questa fase è chiamata “temae”.
Atmosfera e Ambiente: la cerimonia si svolge in un ambiente appositamente designato, spesso una stanza chiamata “chashitsu”, che è progettata per promuovere una sensazione di tranquillità e armonia. Gli elementi dell’ambiente, come la decorazione e la posizione dei mobili, sono attentamente scelti per creare l’atmosfera adatta.
Abbigliamento: il “chashin” o “teishu” ossia il conduttore della cerimonia e gli ospiti indossano abiti tradizionali giapponesi, come il kimono.
Utensili: la cerimonia del tè coinvolge una serie di utensili specifici, tra cui il “chawan” (ciotola da tè), il “chashaku” (cucchiaio da tè), il “chasen” (frusta da tè) e il “chakin” (fazzoletto da tè). Questi utensili sono spesso realizzati a mano e possono essere oggetti d’arte in sé.
Preparazione del tè: la preparazione del tè implica la mescolanza del tè matcha, solitamente in polvere, con acqua calda utilizzando il chasen per creare una bevanda schiumosa. Questa fase è altamente coreografata e simbolica.
Consumo: gli ospiti ricevono il tè, lo gustano attentamente e poi esprimono apprezzamento per la gentilezza del padrone di casa.
Tempo e Stagioni: La cerimonia del tè tiene conto delle stagioni e del tempo e questo influisce sulla selezione degli utensili, dei fiori freschi e persino del tipo di tè servito.
Arte e Estetica: La cerimonia del tè riflette i principi dell’arte e dell’estetica giapponese, tra cui l’apprezzamento della semplicità, dell’imperfezione e della bellezza naturale.
Questa pratica è un’esperienza unica che può richiedere molti anni per essere padroneggiata completamente.